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La guerra di Anders Lassen, Da Fernando Pò a Comacchio, (Belfagor, luglio 2011)

La guerra di Anders Lassen, Da Fernando Pò a Comacchio, (Belfagor, luglio 2011)

Quando l’Italia entrò nella Seconda guerra mondiale, il 10 giugno del 1940, il Duchessa d’Aosta, piroscafo del Lloyd Triestino, era diretto dal Sudafrica a Genova con un carico di lana, pelli, asbesto e rame. Come molte altre navi italiane cercò rifugio in un porto neutrale, che nel suo caso fu Santa Isabel (oggi Malabo, capitale della Guinea Equatoriale) sull’isola Fernando Pó (oggi Bioko, 750 chilometri a sudest di Lagos). A quei tempi Fernando Pó era una colonia spagnola e in tal modo territorio neutrale. La nave finì per trascorrervi un anno e mezzo col suo equipaggio.

La vita sicura ma noiosa degli italiani sull’isola tropicale fu bruscamente interrotta la notte fra il 14 e il 15 gennaio 1942. Mentre gli ufficiali del Duchessa d’Aosta erano a cena nel casinò di Santa Isabel insieme ai loro colleghi del rimorchiatore tedesco Likomba, che era nella stessa situazione della nave italiana, due rimorchiatori britannici provenienti da Lagos entrarono senza luci nel porto di Santa Isabel. Tutte le luci della città venivano abitualmente spente a mezzanotte, ed era una notte senza luna, ma per sicurezza l’agente britannico che aveva organizzato la cena aveva sistemato i posti a tavola in modo che gli ufficiali italiani e tedeschi volgessero le spalle alle finestre che guardavano il porto.

Uno dei rimorchiatori britannici mise in acqua due kayak. Il primo portò due uomini a bordo del Likomba, dove le sentinelle indigene si gettarono subito in mare quando l’equipaggio dell’altro kayak fece saltare le catene delle ancore con delle bombe appositamente costruite. Nello stesso tempo l’altro rimorchiatore britannico si affiancò silenziosamente al Duchessa d’Aosta e fece salire a bordo una squadra d’arrembaggio.

La conquista della nave italiana si svolse quasi senza problemi: i ventinove membri dell’equipaggio presenti a bordo si arresero senza combattere e gli assalitori, secondo i piani, poterono far saltare le catene dell’ancora di poppa e di prua.

Alle 0,30 entrambi i rimorchiatori erano di nuovo fuori dal porto con le loro prede al traino. Nel corso dell’intera operazione non era stato sparato nemmeno un colpo e a Santa Isabel nessuno fece in tempo a rendersi conto di cosa stava accadendo prima che tutto fosse finito. Quando gli ufficiali tornarono al porto, le loro navi erano scomparse da un pezzo nell’oscurità.

Dopo sei giorni e mezzo di navigazione, i due rimorchiatori entrarono col loro bottino nel porto di Lagos, accompagnati dalla corvetta inglese HMS Violet, che era stata inviata per “trovare” il Duchessa d’Aosta e il Likomba “alla deriva” in mare aperto e condurli nel porto britannico. La cattura illegale avrebbe potuto danneggiare i rapporti fra la Gran Bretagna e la Spagna, perciò era importante nascondere per quanto possibile la circostanza che l’azione era stata portata a termine da unità inglesi.

Del resto quelli che si erano impossessati del Duchessa d’Aosta e del Likomba non erano soldati britannici regolari, ma un’unità mista di circa quaranta uomini in totale, composta da volontari britannici provenienti dalla Nigeria, da agenti locali dell’organizzazione di sabotaggio Special Operations Executive (SOE) e dalla cosiddetta Maid Honor Force, undici uomini che il SOE aveva inviato dalla Gran Bretagna per sabotare obiettivi tedeschi e della Francia di Vichy in Africa Occidentale. Il Maid Honor era una piccola imbarcazione a vela che con cinque agenti del SOE come equipaggio aveva percorso le 3.185 miglia da Poole, sulla costa britannica della Manica, a Freetown, in Liberia, in quarantuno giorni. Il SOE sperava che l’imbarcazione potesse essere utile in Africa Occidentale. Per quanto riguardava l’imbarcazione non era così, ma potevano rendersi utili in altro modo i cinque uomini dell’equipaggio e i loro sei compagni, che avevano raggiunto la Liberia in nave dalla Gran Bretagna. Tutti insieme divennero il nucleo dell’unità che portò a compimento la cattura a Santa Isabel.

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Uno dei cinque che avevano condotto il Maid Honor da Poole a Freetown era il giovane danese Anders Lassen. Navigava fin dall’inizio del 1939 ed era uno dei pochi marinai professionisti che partecipavano all’azione. Le sue conoscenze marittime, insieme al suo coraggio fisico e alla sua grande energia, furono di importanza decisiva per il successo dell’operazione.

Anders Frederik Emil Victor Schau Lassen era nato il 22 settembre 1920 in una patriottica famiglia di proprietari terrieri con grandi tradizioni militari. Fin dai primissimi anni della giovinezza aveva frequentato i boschi intorno alla residenza di famiglia. Amava andare a caccia e imparò a muoversi rapidamente e senza rumori nella natura, diventando un abilissimo tiratore.

Lassen non aveva talento per i libri. Nell’estate del 1938 abbandonò la scuola con la votazione più bassa dell’anno in una scuola superiore locale. Sognava una vita come proprietario terriero, ma l’economia della famiglia era in difficoltà e lui non aveva i mezzi per crearsi una posizione. Il suo penoso esame gli rendeva difficile trovare un lavoro, e così finì per imbarcarsi in mancanza di altre possibilità. Di tanto in tanto pensava a una carriera militare come male minore, ma non fece niente in tal senso e a poco a poco accettò la vita in mare. Gli piacevano il cameratismo, le bevute, le risse e le visite ai bordelli a terra, anche se lui, che proveniva dai ceti più alti, conservò sempre un certa distanza ironica dalla sua condizione di marinaio.

Quando la Germania occupò la Danimarca, il 9 aprile 1940, Anders Lassen si trovava nel Golfo Persico a bordo della nave cisterna danese M/T Eleonora Mærsk. Subito dopo l’occupazione il governo ordinò alle navi danesi presenti in acque straniere di raggiungere porti tedeschi, italiani o neutrali, ma l’equipaggio dell’Eleonora Mærsk si rifiutò di obbedire e costrinse il capitano a entrare in porto britannico nel Bahrain.

Da quel momento l’Eleonora Mærsk navigò con bandiera britannica, prima fino a Colombo, in Australia e a Singapore, e poi su una rotta fissa tra il Sudafrica e il Golfo Persico. La nave fu attrezzata con un cannone e Anders Lassen entrò a far parte del personale addetto all’artiglieria. Era fiero di quel ruolo interessante e di responsabilità, come lo era ogni volta che gli veniva affidato un compito difficile o pericoloso che svolgeva “in modo onorevole”, come scrisse nel suo diario.

Nell’ottobre del 1940 Lassen sbarcò a Cape Town e fu ingaggiato su una nave cisterna britannica che andava dal Sudafrica alla Scozia. Durante il tragitto la nave fu attaccata da aerei tedeschi e Lassen ebbe modo di sfruttare le sue capacità di cannoniere. Sbarcò in Scozia intorno al Natale del 1940 e da lì si spostò a Newcastle. Dopo essere stato circondato per tutta la sua vita da parenti, amici, compagni di scuola o di navigazione, per la prima volta Lassen si trovò da solo. Trascorse un paio di settimane nell’indecisione, bevendo, nella città portuale resa buia dall’inverno, finché non entrò in contatto con lo Special Operations Executive, che aveva appena iniziato ad arruolare danesi per svolgere lavoro clandestino nella Danimarca occupata.

Nel gennaio del 1941 Lassen iniziò l’addestramento in una delle scuole del SOE per futuri agenti e sabotatori. L’inquieto danese considerava la formazione noiosa e priva di prospettive – non migliorava le cose il fatto che per motivi di sicurezza gli allievi non venivano informati sulle finalità dell’addestramento – e cominciò a sentirsi a suo agio solo quando arrivò in una delle scuole “paramilitari” del SOE, negli Highlands della Scozia, dove si trovò nel suo elemento: c’erano cameratismo e natura selvaggia, si sparava, c’erano risse e altri esercizi fisicamente duri, e in generale un ambiente che metteva alla prova il suo talento e apprezzava tutte le sue qualità e tutto ciò che lui amava fare.

I superiori notarono che il suo temperamento impetuoso, la mancanza di discrezione e il disprezzo delle regole lo rendevano inadatto sia al lavoro da agente sia al normale servizio militare, ma che il danese aveva eccellenti qualità per il servizio di pattuglia e la guerriglia. Nell’aprile del 1941 fu perciò trasferito alla nuova unità del Maid Honor e nel gennaio dell’anno successivo ebbe il suo drammatico ma incruento “battesimo del fuoco” nel porto di Santa Isabel.

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Dopo la cattura del Duchessa d’Aosta e del Likomba, Lassen trascorse un po’ di tempo in Nigeria dove, sotto la direzione del SOE, addestrò una tribù indigena alla guerriglia e alle azioni di sabotaggio. Si godeva la libertà e la responsabilità autonoma, ma gli mancava ciò che la guerra rappresentava soprattutto per lui. Nel diario scrisse: “Qualche tempo fa ho rifiutato l’offerta di un lavoro molto interessante – non c’era occasione di ammazzare qualche demonio, perciò l’ho rifiutato”.

Il primo confronto diretto di Lassen con il nemico che aveva occupato il suo paese giunse nell’autunno del 1942, quando divenne membro della Small Scale Raiding Force (SSRF), creata su iniziativa del capo dell’unità Maid Honor, il carismatico maggiore Gustavus March-Philipps, per attaccare le postazioni tedesche lungo la costa della Manica. Lassen e i suoi compagni della SSRF venivano portati oltre la Manica da una torpediniera fornita di un motore appositamente silenziato e scendevano a terra sulle isole occupate dai tedeschi, o sulla costa francese, dove uccidevano o rapivano soldati tedeschi e raccoglievano informazioni sulle loro strutture difensive. Gli attacchi notturni contribuivano a impegnare le risorse tedesche nella Francia settentrionale tenendole in tal modo lontane dal fronte orientale, dove i Russi erano in difficoltà, e dall’Africa del nord, dove gli inglesi e gli americani sbarcarono nel novembre del 1942.

Nel febbraio 1943 Anders Lassen fu trasferito in Egitto, dove entrò in un’unità anfibia appena creata, lo Special Boat Service, che compì la sua prima grande azione nel luglio del 1943, quando alcune pattuglie attaccarono gli aeroporti tedeschi a Creta e in Sardegna. A Creta, dopo quasi due settimane di marcia fra i monti, una pattuglia al comando di Lassen giunse all’aeroporto di Kastelli Pediada, dove distrusse un aereo tedesco ed eliminò una guardia, abbandonando poi l’isola insieme ad altre due pattuglie che avevano compiuto azioni simili contro altri obiettivi. In Sardegna una pattuglia al comando del capitano John Verney (che in seguito divenne famoso come scrittore e illustratore) riuscì a distruggere quattro aerei tedeschi in una base nei pressi di Ottana, ma la pattuglia di Verney e gli altri uomini dello SBS che erano stati sbarcati in Sardegna furono catturati da carabinieri e soldati italiani.

Gli attacchi a Creta e in Sardegna facevano parte di una grande manovra diversiva destinata a far credere ai tedeschi che dopo la conquista del Nordafrica gli alleati volessero attaccare la Grecia e/o la Sardegna, ma non la Sicilia. La manovra contribuì in maniera decisiva a impedire che lo sbarco in Sicilia, nel luglio del 1943, incontrasse una resistenza ancora maggiore di quella che ebbe.

Dopo la capitolazione italiana dell’8 settembre 1943 i britannici – con lo SBS come importante strumento – fecero un vano tentativo di assicurarsi il controllo del Mar Egeo prima che i tedeschi riuscissero a conquistare il dominio sulle isole. Il tentativo fallì, ma finché i tedeschi non cominciarono a ritirarsi dalla Grecia, nell’autunno del 1944, l’unità continuò ad avere un ruolo importante nella guerriglia britannica. Dalle basi segrete lungo la costa turca neutrale, spostandosi con caicchi greci o motovedette britanniche, gli uomini dello SBS entravano nel Mar Egeo attaccando dislocamenti tedeschi. Lassen si distinse come capo delle operazioni, che tenevano occupate importanti forze tedesche che altrimenti si sarebbero potute impegnare sul fronte orientale o contro lo sbarco in Normandia. Le operazioni servivano inoltre agli inglesi per assicurare il collegamento con gruppi dello spionaggio o della resistenza che operavano alle spalle dei tedeschi, alcuni totalmente greci, altri composti da greci e da soldati italiani entrati in clandestinità dopo la capitolazione.

Anders Lassen, che nell’ottobre del 1944 fu promosso maggiore dell’esercito britannico, partecipò a drammatiche azioni militari, fra l’altro a Kalimnos, Simi, Santorini e Paros, e ogni volta si rivelò un capo in grado di ispirare e trascinare i suoi uomini. Il suo disprezzo per la morte divenne leggendario e la sua capacità di “leggere” il territorio e muoversi in maniera fulminea, invisibile e silenziosa gli procurò molto apprezzamento da parte dei superiori. Lassen sembrava trovarsi più a suo agio uando era in azione, e la sua brutalità e il suo violento odio per i tedeschi erano capaci di stupire alcuni dei compagni, che peraltro non erano persone delicate. Il suo temperamento impetuoso trovava espressione anche nel suo rapporto con i sottoposti, con i quali in diverse occasioni venne alle mani per imporre la sua volontà. Ma in genere era benvoluto e ammirato, noto perché di rado subiva perdite nel corso delle sue operazioni.

Nel luglio 1944 lo SBS spostò il suo quartier generale a Bari, da dove Lassen guidò un’azione di sabotaggio contro un ponte ferroviario nei pressi di Karasovici, a sud di Dubrovnik. Il ponte doveva essere fatto saltare per ostacolare la ritirata tedesca dalla Grecia e dai Balcani e l’azione andò a buon fine, ma la pattuglia di Lassen si trovò in combattimento con gli Ustascia croati. Uno degli inglesi fu ucciso e due furono presi prigionieri, mentre i sopravvissuti dovettero nascondersi fra le montagne per tre giorni prima di poter raggiungere la costa, dove una motovedetta britannica li prelevò per riportarli a Bari.

Nell’autunno del 1944 lo SBS fece ritorno in Grecia. Lassen guidava gli uomini di un’unità improvvisata che il 29 ottobre furono i primi inglesi a entrare a Salonicco. I tedeschi si stavano preparando a distruggere le strutture portuali e i depositi di carburante, ma un ardito bluff di Lassen fece credere al nemico che la sua piccola unità, molto mobile e attiva, fosse più grande, e così le forze tedesche lasciarono la città senza portare a compimento le distruzioni previste. Lassen e il suo compagno Martin Solomon credevano di dominare Salonicco, ma in realtà il loro "regno" comprendeva soltanto qualche quartiere più o meno periferico, mentre il resto della città era saldamente in mano dell’Esercito popolare greco di liberazione (Ellinikós Laïkós Apeleftherotikós Stratós – E.L.A.S.), istituito agli inizi del 1942 dal Fronte di liberazione Nazionale (Ethniko Apeleftherotiko Metopo – E.A.M.), movimento clandestino fondato ad Atene il 27 settembre del 1941 su iniziativa del Partito Comunista di Grecia (K.K.E.). Martin Salomon ha descritto il ruolo suo e di Lassen nella prima settimana come una sorta di “autoproclamati governatori militari”: “Non avrò mai più tanto potere né godrò così tanto di qualcosa. Dittatori per una settimana... Andy e io preveniamo rivolte e omicidi, promulghiamo leggi, perdoniamo ed emettiamo sentenze. Se non fossimo venuti sarebbe stato versato molto sangue”.

Nel dicembre 1944 Lassen fu nominato capo della SENFORCE inviata in Creta per tenere d’occhio i tedeschi rimasti nell’isola e cercare di impedire scontri armati tra partigiani comunisti e monarchici/conservatori. Il “governo” dell’isola era in mano al 6th District SOE e del Governo Reale Ellenico. La guarnigione tedesca, composta da tredicimila uomini, si era ritirata in una “sacca” nella parte nordoccidentale dell’isola, e la SENFORCE Lassen, piccola e raccolta frettolosamente, doveva preoccuparsi che i tedeschi non lasciassero le proprie postazioni e impedire che la guerra civile fra le organizzazioni partigiane greche di destra e di sinistra, che era scoppiata sulla terraferma, non si espandesse fino a Creta. Oltre alla formazione paramilitare ricevuta a suo tempo in Scozia e all’addestramento compiuto sotto la regia dello SBS, Lassen non aveva alcuna formale educazione militare, e a parte il suo breve periodo come “dittatore” a Salonicco non aveva esperienza di politica e diplomazia. I due mesi trascorsi a Creta impegnarono a fondo le sue risorse personali. Il rapporto fra le due fazioni greche peggiorava sempre più e gli uomini di Lassen non venivano attaccati solo dai partigiani comunisti, ma anche da parti della popolazione civile, che gli inglesi ritenevano di essere andati ad aiutare. Verso la fine del suo “periodo di governo” a Creta due dei suoi uomini – uno dei quali era un suo compagno ufficiale e un buon amico – furono uccisi in un agguato, e fu con un certo sollievo che Lassen, all’inizio di febbraio, riportò la sua Senforce in Italia per lasciare l’isola nelle mani di un’unità britannica più consistente. Ma a lui viene attribuito in parte il merito di aver limitato il corso della guerra civile a Creta.

In Italia l’avanzata degli alleati si era arrestata da mesi lungo la Linea Gotica, fra il Reno a nord di Ravenna e Massa e La Spezia sulla costa occidentale italiana. Il comando supremo alleato progettava di rompere la Linea nell’aprile 1945: la Quinta Armata americana doveva avanzare su un asse che attraversava Bologna e Verona fino al passo del Brennero, mentre l’Ottava Armata britannica, più a est, doveva irrompere attraverso la Stretta di Argenta (un’angusta striscia di territorio fra la cittadina di Argenta e le grandi zone allagate a ovest delle Valli di Comacchio) e continuare verso nord superando Ferrara e il Po verso l’Italia nordorientale, Trieste e Gorizia.

Per facilitare l’avanzata dell’Ottava Armata doveva essere compiuta una serie di operazioni anfibie intorno e dentro le Valli di Comacchio. Lassen ebbe la responsabilità di una parte di tali operazioni: in collaborazione con pescatori, barcaioli e partigiani locali della 28a Brigata Garibaldi, che erano abituati a muoversi nelle acque basse e fangose delle Valli, il danese e i suoi uomini esplorarono le postazioni tedesche e le condizioni per l’approdo lungo le rive.

La notte fra il 3 e il 4 aprile un’unità mista di uomini dello SBS sotto il comando di Lassen e di partigiani italiani occupò una manciata di isolotti a nord della penisola di Boscoforte. Da lì sferrarono nei giorni successivi diversi attacchi contro le postazioni tedesche lungo la riva settentrionale e orientale delle Valli per dare ai tedeschi l’impressione che gli inglesi preparassero un attacco in grande stile in quell’area. L’intenzione era quella di attirare truppe tedesche verso Comacchio, allontanandole in tal modo dalla Stretta di Argenta.

L’attacco dell’Ottava Armata sarebbe partito il 9 aprile e, come ultimo tentativo di distogliere l’attenzione dei tedeschi da Argenta, poco dopo la mezzanotte fra l’8 e il 9 aprile Anders Lassen sbarcò alla testa di una pattuglia di diciotto uomini sulla lingua di terra che separa le Valli dall’Adriatico, poco a sud di Comacchio. Poco dopo lo sbarco la sua unità ricevette il chi va là delle sentinelle tedesche. Un uomo dello SBS che parlava italiano cercò di far credere che si trattasse di un gruppo di pescatori locali e per un po’ sembrò che il bluff fosse riuscito, ma poi i tedeschi aprirono il fuoco da una postazione con una mitragliatrice. Lassen assaltò la postazione e annientò i tedeschi con bombe a mano e mitra, e quando un’altra postazione aprì il fuoco, un po’ più verso Comacchio, lui affrontò ancora una volta la pioggia di pallottole e rese inoffensiva la mitragliatrice tedesca. Diverse postazioni tedesche aprirono il fuoco nell’oscurità, alcune lanciarono razzi traccianti. Due degli uomini di Lassen vennero uccisi e diversi furono feriti, cosicché l’unità fu ridotta a dieci uomini. Il danese riunì le forze e guidò un attacco a una terza posizione. I tedeschi fecero per arrendersi, ma quando videro Lassen avanzare armato verso la postazione aprirono di nuovo il fuoco colpendolo allo stomaco o al diaframma. A quel punto l’attaccò fallì e gli uomini dello SBS si ritirarono verso le barche. Uno di essi provò a portare via Lassen, gravemente ferito, che però si rifiutò di essere evacuato per non ritardare i compagni. Quattro uomini dello SBS, compreso Anders Lassen, persero la vita durante l’attacco fallito.

Il giorno dopo i corpi del danese e dei suoi compagni furono trasportati a Comacchio dal parroco don Francesco Mariani e da alcune donne della cittadina, che ricomposero le salme e le seppellirono nel vecchio cimitero di Comacchio dove rimasero finché, poco tempo dopo la guerra, vennero trasferite nel nuovo cimitero militare inglese poco a nord di Argenta.

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Anders Lassen fu decorato tre volte con la medaglia al valor militare Military Cross. Per la sua azione a Comacchio, dopo la sua morte gli fu assegnata la Victoria Cross: fu l’unico cittadino non appartenente al Commonwealth a riceverla durante la Seconda guerra mondiale. Questa imponente serie di decorazioni, insieme ai racconti delle sue leggendarie imprese – che nel 1949 furono descritte da sua madre Suzanne Lassen nel libro Sømand og soldat [Marinaio e soldato] – hanno fatto di Anders Lassen una figura quasi mitica. Attualmente un consorzio anglo-danese sta lavorando alla produzione di un film basato sulla vita di Anders Lassen.

 

 

 

 

 

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Dei ventinove prigionieri del Duchessa d’Aosta, subito dopo l’arrivo a Lagos ventisette uomini furono trasferiti in un campo di internamento a Umuahia, nella Nigeria sudorientale. Una donna italiana e il cuoco spagnolo José Segura rimasero probabilmente a Lagos. Il 15 settembre 1943 il ministero britannico della guerra decise che José Segura poteva essere rilasciato, ma non era autorizzato a tornare a Fernando Pó: doveva lavorare in Nigeria. L’autore del presente articolo vorrebbe entrare in contatto con lettori in grado di fornire informazioni sul destino degli altri membri dell’equipaggio del Duchessa d’Aosta o sugli avvenimenti legati alle imprese di Anders Lassen nelle Valli di Comacchio. L’autore può essere contattato al seguente indirizzo: th@thomasharder.dk.

(Tradotto dal danese da Bruno Berni; parzialmente aggiornato nel 2023 con contributi di Ivo Vidotto)

 

Review by the Danish historian Lars Bærentzen in Athens Review of Books

Review in the newsletter of Military History Group U3A, Dorking, March 2021

Review by Jim Claven in Neos Kosmos, 6 September 2021

Review and interview with the author (from the Greek daily Kathimerini, 29 June 2021) 

Reviews of the Danish version, Anders Lassens krig

Samples from Special Forces Hero - Anders Lassen VC, MC** - Symi, September-October 1944 and Comacchio, April 1945

Samples from Special Forces Hero - Anders Lassen VC, MC** - Abduction of General Kreipe - Paros, April-May 1944

Samples from Special Forces Hero -  Anders Lassen VC, MC** - Thessaloniki, October-November-1944

Article on Anders Lassen: From Operation "Postmaster" to Comacchio

Article on Anders Lassen in World Book Online

Article: The Middle East Commando Knife of Anders Lassen?

Operation BASALT, 3-4 October 1942

Talks, interviews etc. on Anders Lassen